venerdì 29 febbraio 2008

Marzo e le donne: un regalo per voi

Siamo a marzo. Ho realizzato un video/fotoshow dedicato alle donne, in particolare alle internaute, ma credo che possa piacere anche ai signori uomini. Il testo è tratto da una poesia della scrittrice e poetessa Gioconda Belli "Non mi pento di niente" (qui trovate la versione integrale). La musica è tratta da un pezzo della colonna sonora del film "Amelie" composta da Yann Tiersen.

E' il mio primo lavoro multimediale sulla scrittura montato con Magix foto e lo condivido con tutti voi. Un grazie a Gery Palazzotto e a Vincenzo Caico che lo hanno "testato" in anteprima nei loro blog con grande generosità. Auguri, sorelle!

giovedì 28 febbraio 2008

Il miglior libro del 2007


Sul blog Letteratitudine Massimo Maugeri ha lanciato un gioco di gruppo finalizzato a eleggere il libro dell’anno 2007. Ci sono delle regole, delle liste, delle fasi da rispettare. E c'è pure una scadenza: il 19 marzo. Se vi va di partecipare cliccate qui e dite la vostra. Anche questo, in fondo, è roba da bitletteratura.

mercoledì 27 febbraio 2008

A mobile phone novel


A digitare sms i nostri ragazzi sono bravi. Diciamolo: sono più bravi di noi.
Ma nessuno potrebbe immaginare che dall’arte di agitare il pollice possa nascere addirittura della letteratura. In Giappone è già successo. Prima con un autore di nome Yoshi, e adesso con Chaco, una ragazzina che fuma sigarette al mentolo, che dice di battere i tasti del telefonino più velocemente di quelli del computer, e che sforna persino bestsellers.
L’anno scorso eravamo a quota 14 racconti, incluso il notissimo (nella terra del Sol Levante) What the Angel Gave Me. Un caso di tele editoria da brivido. Chaco ci ha guadagnato, eccome: scaricare le sue pagine costa, anche se il libro viene scritto e letto al telefono. Basta abbonarsi e il gioco è fatto. Poi se il libro "tira" viene pubblicato anche in formato cartaceo.
La qualità degli scritti? In Giappone i critici letterari non dormono sonni tranquilli. Appena il mese scorso il New York Times segnalando il caso della ventunenne Rin, spiegava che su dieci best-seller giapponesi, cinque erano stati originariamente scritti sul (e per il) cellulare; si tratta per lo più storie di amore in stile sms, con frasi brevi. Nulla a che vedere, dunque, con i romanzi tradizionali. Qui le frasi sono troppo corte, le storie troppo prevedibili. Forse è un nuovo genere, forse….
“Il libro sul telefonino è un amore imprevisto” titolava La Stampa un anno fa, che aggiungeva: “Complici le intricate e dinamiche sinergie tra Internet, telefonia mobile e nuovi gadget tecnologici, la letteratura tout court (non solo in versione audio) sta trovando una nuova vita multimediale”.
Per usufruire degli m-books (mobile books) ed eventualmente leggerli in inglese o in americano, sarebbe bene visitare Airpedia o Tshirtia e i loro free downloads.
In Italia c’è M book portal dove in home page fanno capolino Camilleri, Luttazzi, Fabio Volo ma anche Skakespeare, Dante e Ariosto. Provate voi, e poi fatemi sapere.

domenica 24 febbraio 2008

Jelinek e il web: che “Invidia”



Il premio Nobel Elfriede Jelinek sta scrivendo un nuovo romanzo. Titolo: Neid (Invidia). Una bella notizia anche per gli italiani che hanno letto i suoi libri nelle edizioni Frassinelli, Einaudi, Castelvecchi. C’è, però, dell’altro. Elfriede Jelinek non consegnerà mai la sua nuova opera alle librerie. No, si affiderà al web.
La notizia era stata divulgata l’estate scorsa e pochi giorni fa il Sole 24 ore ha approfondito la questione dedicando all'argomento un pezzo di apertura sul domenicale culturale.
Scrive Flavia Foradini: “Parla del suo nuovo libro, Elfriede Jelinek, un “Privatroman”, un romanzo privato che esiste ma non vedrà la luce delle librerie, perché non verrà impresso sulla carta: “Mai”, dice risoluta la più seguita ed apprezzata scrittrice austriaca vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura 2004 per la sua capacità di scardinare con il suo favoloso virtuosismo linguistico i cliches della società dei consumi, gli infingimenti dei media, le ipocrisie delle retorica politica. Neid (invidia) , lo si può leggere soltanto in tedesco e soltanto sul sito della scrittrice austriaca , dove ha fatto capolino la primavera scorsa con un primo capitolo, cui ne hanno fatto seguito altri tre (...).
Contrariamente ad altri esperimenti di questo tipo, composti da autori di bestseller internazionali, per chi in Internet apre http://www.elfriedejelinek.com/ la lettura è del tutto gratuita: “Volevo che fosse un accesso libero. Se a qualcuno poi il mio romanzo non piace, con un clic se ne può allontanare senza lasciare traccia”.

Il Sole 24 ore ne aveva già parlato lo scorso luglio con un articolo di Stefano Salis che fece una considerazione cruda, anche se in certi casi condivisibile: “Il web pullula di inediti (la stragrande maggioranza tale perché privi dei requisiti di base per arrivare alla pubblicazione cartacea) ma, lentamente, si riempie anche di contributi originali – e non parliamo dei blog letterari, il più delle volte stucchevoli elenchi di gusti personali dei titolari – di autori già editi o che, magari, godono di solida fama (in Italia, il caso di Wu Ming è esemplare).”. Ma che contribuì al dibattito sottolineando che “il fatto che un Nobel – che di certo non avrebbe problemi a trovare chi lo pubblichi e, anzi, sul web rinunci, presumibilmente, a lauti guadagni per sé e per il suo editore – rinunci alla carta, fa pensare che la stessa percezione di cosa sia la letteratura (di che ruolo abbiano, e chi siano gli scrittori) si stia modificando”. Se conoscete il tedesco, la Jelinek è già on line.

sabato 23 febbraio 2008

Quant' è bella giovinezza


E chi l’ha detto che per creare una rivista letteraria bisogna essere dei critici navigati, o degli scrittori “benedetti” da un grande editore, o degli accademici accreditati nel mondo editoriale?
Francesco Giubilei è un giovanissimo di Cesena (non ha ancora terminato il liceo) eppure, con la sua carica di determinazione e l’aiuto del web ha messo in rete scrittori, bloggers, giornalisti.
Non ha avuto bisogno di altri lasciapassare se non l’amore per la scrittura e la divulgazione culturale, a dispetto della sua giovane età. Il sottotitolo del suo blog personale? “Quindici anni e un sogno: fare lo scrittore”.
Il risultato è già on line: un’ e-magazine letteraria, "Historica-Il Foglio letterario", ora anche in formato cartaceo. Presto, in allegato sarà possibile trovare anche la rivista della “Lega blog letterari”, in uscita bimestrale. Giubilei ha vinto il premio letterario internazionale Titano 2007, sezione giovanissimi.
Tutte le informazioni sono su Caffè storico.Largo ai giovani, anzi ai più giovani. In bocca al lupo.

domenica 17 febbraio 2008

Libri e condivisione web


Avrete sicuramente sentito parlare di web 2.0 ma anche di networking partecipativo. Non mi voglio dilungare sull’evoluzione di Ajax o sulle frontiere virtuali dell’intelligenza collettiva. Mi interessa, invece, comprendere meglio l’incidenza del web sui gruppi di lettura.
L’esperienza dei gruppi di lettura appartiene agli Stati Uniti e a molti Paesi europei. La storia ci tramanda di ottocenteschi club anglosassoni, snob e maschilisti, e ci trasmette anche la memoria dei prestigiosi gabinetti di lettura francesi e tedeschi. Negli ultimi decenni la vecchia “lettura di gruppo” si è decisamente trasformata , e – novità, anche se non proprio recente- in Italia i gruppi si affidano al web per discutere meglio e condividere analisi, critiche ed emozioni legati ai libri che scelgono di leggere. Sembra che nel nostro Paese il fenomeno punti particolarmente sulla condivisione, e che abbia superato la soglia della lettura di gruppo a favore delle impressioni finali sul testo.
Che questa sia una peculiarità tricolore lo conferma Luca Ferrieri, direttore della Biblioteca civica di Cologno Monzese, studioso che dedica molto del suo tempo alla divulgazione della lettura condivisa e all’analisi delle relative modalità, web compreso. Per ascoltare un suo recente intervento sul tema dei gruppi lettura cliccare qui.
Dicevo del 2.0. Non è facile offrirne una definizione esatta, ma non è difficile capire che il web 2.0 è un mix tra abbinamenti di software e un concetto fondamentale: il contenuto lo offre l’utente. Pardon, il contenuto è l’utente.
Partiamo dunque dai gruppi di lettura “embrionali” in rete. Tra questi è d’obbligo citare it.cultura.libri di Google dove gli utenti recensiscono libri, ma non condividono un percorso.
Di lettura si parla anche su Letturaweb, una selezione di testi e immagini che si riferiscono a libri, lettori e lettura. I lettori partecipano con delle segnalazioni e un motore di ricerca facilita l’accesso al sito. Ma siamo ben lontani dalla condivisione che invece è ben testimoniata dal blog dei gruppi di lettura di Cologno Monzese e Cervia, a metà tra il sito di servizio (elenco dei libri discussi, commenti, mappa dei gruppi di lettura italiani) e di pungolo culturale. Ogni membro del gruppo posta liberamente un commento o una segnalazione, superando la formula autorefenziale del blog.
Una bella esperienza. Da copiare in ogni città.

domenica 10 febbraio 2008

Letteratura e scrittori: c'è blog e blog


Non è facile catalogare il mondo dei blogger. Si dice che la maggioranza di coloro che aprono un blog siano in cerca di un canale espressivo libero e autogestito, che si rapportino con altri blogger con codici e comportamenti da casta scanzonata ma mai del tutto autoironica, che siano in cerca di visibilità. Ma c’è anche chi asserisce che siano profeti di un nuovo registro linguistico, che siano più attenti e inclini al dibattito rispetto ai “professionisti dei media”.
Poi c’è il blog letterario.
Ci sono varie definizioni. Sono in molti a pensare che sia solo quello in cui si “fa” letteratura. Dove cioè si pubblicano testi brevi inediti o anticipazioni di romanzi, o pezzi di romanzo. O dove si sperimenta con la scrittura, come in un laboratorio aperto al pubblico ventiquattr’ore su ventiquattro.
O dove si parla di letteratura tout court, osservando cioè i tic del mercato editoriale o proponendo recensioni, magari di testi di nicchia. O ancora, come potrebbe essere (ma uso il condizionale) nel caso di BitLit, dove si osserva il mondo dei libri e della scrittura su Internet.
Pure i blog degli scrittori, affermati o esordienti, sono difficili da etichettare. C'è chi li utilizza per parlare dei propri libri o delle esperienze parallele legate al processo di scrittura, e c'è chi invece li gestisce come blog "generalisti": lanciando input, proponendo dibattiti, innescando riflessioni che magari poco o nulla hanno a che vedere con la letteratura. Ma che rendono benissimo l'identità dello scrittore.
Di blog letterari o presunti tali, da circa due anni ne osservo una decina – molto diversi tra loro- con un’attenzione che ha oramai raggiunto la maniacalità. Ne studio contenuti, frequenza di aggiornamento, azioni e reazioni della community che si costruiscono nel tempo. Community in cui spesso mi immergo anch’io.
Qualcuno, nel frattempo, ha anche chiuso.
E sono giunta alla conclusione che non si finisce mai di coglierne differenze, atipicità, dinamiche originali o deja vu, grandezze e - ma solo qualche volta- piccole miserie.

Da oggi su BitLit parte un piccolo viaggio alla scoperta di queste realtà. Senza la pretesa di voler essere esaustivo.

giovedì 7 febbraio 2008

Mooch this book


Berkeley non è solo la sede delle più importanti università della California. A Berkeley abita John Buckman, un trentenne che da anni fa soldi grazie a Internet sfruttando i suoi due grandi amori: la musica e i libri.
Buckman per undici anni ha diretto Lyris, una società che si occupa di newsletter per email e prodotti anti-spam e dirige tuttora Magnatune, un'etichetta discografica on line. Ma a noi interessa soprattutto che Buckman abbia inventato Book Mooch, un sito web dove ci si può scambiare libri usati: libri che non si desiderano più in cambio di libri non ancora letti. Il titolare ci guadagna nel caso il visitatore non trovasse il libro che gli serve e decide di acquistarlo su Amazon, grazie ad una commissione del 5%.
“Nuova vita ai vecchi libri”, recita lo slogan del sito. Per il suo creatore “BookMooch è come un enorme libreria, fatta di libri che stanno sugli scaffali della gente a casa. Mettendo insieme tutte queste collezioni private, dovremmo ottenere il miglior catalogo di libri usati del pianeta”.
BookMooch recapita i libri sino a casa e funziona grazie ad un normale accesso login, un catalogo, un punteggio feedback simile a quello che già conosciamo grazie a E-bay, un sistema di “raccolta punti” che ti consente di “scroccare” (mooch) i libri.
Niente di trascendentale, insomma, ma in Italia il sistema è una novità e sono ancora in pochi ad usarlo. Ho un solo dubbio: non credo che tanti lettori amino separarsi dai loro libri ma è anche vero che non tutti i libri che si leggono nell’arco di una vita si possiedono. E per chi conosce le lingue straniere potrebbe trattarsi di uno strumento validissimo. Book Mooch parla inglese, francese, spagnolo, tedesco, italiano e cinese, con altrettanti cataloghi. Puta caso: un Ammaniti al posto di Joyce in lingua originale. Scrocchiamo?
(foto da bookmooch.com)

domenica 3 febbraio 2008

Lo diceva Neruda...


Ventiquattro gennaio 2008. Cade il governo Prodi e Clemente Mastella annuncia il suo no alla fiducia declamando una poesia. Titolo: Lentamente muore. La legge con il pathos che l’occasione richiede e poi conclude svelando l’autore dei versi: Pablo Neruda. Le agenzie battono immediatamente la notizia. Ecco cosa scrive l’Ansa: “Ore 18:20 - Clemente Mastella cita la poesia "Lentamente muore" di Neruda e dice che la maggioranza non c'è più "nei fatti e sul piano dei numeri", applaudito dall'opposizione”.
I siti d’informazione on line registrano il dato politico e anche quello “culturale” del fatto.
Sono in molti a verificare i versi su Internet. Li trovano su Google, ci sono centinaia di citazioni: “Lentamente muore… chi diventa schiavo dell'abitudine… chi evita una passione…”, eccetera.
Beh sì, sembra di Neruda. Sono centinaia i blogger che lo confermano. L’indomani l’agghiacciante verità.
Neruda? Ma quando mai… Lo dice Stefano Passigli, già senatore di centrosinistra, certo, ma anche e soprattutto presidente della Passigli editori, che pubblica in Italia le opere dell’autore cileno. Passigli dirama un comunicato. "Chi conosce la sua poesia - spiega Passigli - si accorge all'istante che quei versi banali e vagamente new-age non possono certo essere opera di uno dei più grandi poeti del Novecento". I versi sono di Martha Medeiros, giornalista e scrittrice brasiliana nata nel 1961. In verità, proprio un anno fa – e dunque in tempi non sospetti- ci aveva pensato il blogger Lorenzo Masetti a svelare l’imbroglio ma anche un blog di El Paìs firmato l'8 luglio del 2007.
Una doccia gelata per tutti. Per Mastella, per il suo ufficio comunicazione (che non ha verificato la fonte) per i blogger che da anni si trascinano l’apocrifo, per i fanatici di google, per i citazionisti facili e giù giù sino agli studenti convinti che i libri di mamma e papà non servono più, garzantine comprese.
Una bufala insomma. Entusiasti di Google attenti.
(grazie a Trappola per Topi)