domenica 3 febbraio 2008

Lo diceva Neruda...


Ventiquattro gennaio 2008. Cade il governo Prodi e Clemente Mastella annuncia il suo no alla fiducia declamando una poesia. Titolo: Lentamente muore. La legge con il pathos che l’occasione richiede e poi conclude svelando l’autore dei versi: Pablo Neruda. Le agenzie battono immediatamente la notizia. Ecco cosa scrive l’Ansa: “Ore 18:20 - Clemente Mastella cita la poesia "Lentamente muore" di Neruda e dice che la maggioranza non c'è più "nei fatti e sul piano dei numeri", applaudito dall'opposizione”.
I siti d’informazione on line registrano il dato politico e anche quello “culturale” del fatto.
Sono in molti a verificare i versi su Internet. Li trovano su Google, ci sono centinaia di citazioni: “Lentamente muore… chi diventa schiavo dell'abitudine… chi evita una passione…”, eccetera.
Beh sì, sembra di Neruda. Sono centinaia i blogger che lo confermano. L’indomani l’agghiacciante verità.
Neruda? Ma quando mai… Lo dice Stefano Passigli, già senatore di centrosinistra, certo, ma anche e soprattutto presidente della Passigli editori, che pubblica in Italia le opere dell’autore cileno. Passigli dirama un comunicato. "Chi conosce la sua poesia - spiega Passigli - si accorge all'istante che quei versi banali e vagamente new-age non possono certo essere opera di uno dei più grandi poeti del Novecento". I versi sono di Martha Medeiros, giornalista e scrittrice brasiliana nata nel 1961. In verità, proprio un anno fa – e dunque in tempi non sospetti- ci aveva pensato il blogger Lorenzo Masetti a svelare l’imbroglio ma anche un blog di El Paìs firmato l'8 luglio del 2007.
Una doccia gelata per tutti. Per Mastella, per il suo ufficio comunicazione (che non ha verificato la fonte) per i blogger che da anni si trascinano l’apocrifo, per i fanatici di google, per i citazionisti facili e giù giù sino agli studenti convinti che i libri di mamma e papà non servono più, garzantine comprese.
Una bufala insomma. Entusiasti di Google attenti.
(grazie a Trappola per Topi)

12 commenti:

Gerypa ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Gerypa ha detto...

Da un'Ansa del 1995. Bologna, 8 dicembre.
...Prodi ha inoltre ricordato che "nell' Ulivo si discute apertamente mentre nel Polo volano polpette sotterranee..."
Polpette sotterranee potrebbe essere anche il nome di un blog, pensateci.
Complimenti per la nuova avventura: parti bene, eh!

Anonimo ha detto...

Mastellone almeno una bufala se ma meritava...
Certo, su internet non si dovrebbe fare affidamento in maniera totale. Sicuramente se dovessi scrivere una tesi di laurea non prenderei i pezzi da google!!
Google è uno strumento fantastico e irrunciabile ormai,ma si deve maneggiare nel modo giusto.
Spunti e notizie sì, certezze no!

Anonimo ha detto...

Non è che io conosca Neruda alla perfezione, ma dai versi si sarebbe dovuto capire che non si trattava di un'opera dell'autore cileno.... Sembra una di quelle poesie da diario liceale, anche se non nascondo che segnala alcuni concetti interessanti...
Che dire? Conosco un ragazzo che ha fatto di Google la sua fortuna in azienda. Copia tutto: citazioni, grafici, ragionamenti economici, teorie mondiali. E quei capi (sessantenni) esclamano: geniale, geniale!!! Che tempi.

Anonimo ha detto...

La verità è che google è un servizio "pret a porter" anche per la cultura.
Saperlo usare non significa copiarne il contenuto ma coglierne suggerimenti, date, segnalazioni ufficiali, dritte. Certa gente, che eppure lavora con internet ogni giorno, dimostra di non cogliere la differenza tra siti ufficiali e siti fatti in casa. Non che i primi siano sempre migliori dei secondi...

Anonimo ha detto...

... vedo che la tua pignoleria per la ricerca delle fonti vieni fuori dovunque, pure qui!!!

Anonimo ha detto...

Caspita, che preparazione! E che attenzione. Brava Rosa Maria.
Laura

BitLit ha detto...

@tutti: grazie!!

Anonimo ha detto...

Potremmo fare un lungo elenco di autori che hanno fatto la stessa gaffe su Neruda grazie ad Internet. Internet è bello, facile, ma ancora le buone vecchie enciclopedie fanno fare bella figura.

Anonimo ha detto...

Confesso che c'ero cascato anch'io. Ero troppo ammaliato dal fatto che Mastella leggesse una poesia di Neruda, proprio lui e in quel contesto! Già pensavo alla fondazione di un nuovo partito politico: PPVPN Partito per la Protezione dei Versi di Pablo Neruda. Persino Veltroni avrebbe dovuto derogare al "corriamo da soli", accettando di ammettere accanto a quello del PD il simbolo di una fondazione politica così imprescindibile. E invece no. Era tutta una bufala, come ci hanno spiegato. E, col senno di poi, non era neppure così difficile capirlo.
Ora non CI resta che rendere giustizia a uno dei più grandi poeti del Novecento, postando una sua canzone vera. E' tristissima, lo so; ma in questo momento mi piace da morire. (CARO CLEMENTE, PER FAVORE PUOI LEGGERE QUESTA ALLA PROSSIMA CRISI DI GOVERNO?)
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Posso scrivere i versi più tristi questa notte.
Scrivere, ad esempio: La notte è stellata,
e tremolano, azzurri, gli astri in lontananza.
Il vento della notte gira nel cielo e canta.

Posso scrivere i versi più tristi questa notte.
Io l’amai, e a volte anche lei mi amò .
Nelle notti come questa la tenni tra le mie braccia.
La baciai tante volte sotto il cielo infinito.
Lei mi amò, a volte anch’io l’amavo.
Come non amare i suoi grandi occhi fissi.

Posso scrivere i versi più tristi questa notte.
Pensare che non l’ho. Sentire che l’ho perduta.
Udire la notte immensa, più immensa senza lei.
E il verso cade sull’anima come sull’erba in rugiada.
Che importa che il mio amore non potesse conservarla.
La notte è stellata e lei non è con me.
E’ tutto. In lontananza qualcuno canta. In lontananza.

La mia anima non si rassegna ad averla perduta.
Come per avvicinarla il mio sguardo la cerca. Il mio
cuore la cerca, e lei non è con me.
La stessa notte che fa biancheggiare gli stessi
alberi.
Noi, quelli di allora, più non siamo gli stessi.
Più non l’amo, è certo, ma quanto l’amai.
La mia voce cercava il vento per toccare il suo udito.
D’altro. Sarà d’altro. Come prima dei suoi baci.
La sua voce, il suo corpo chiaro. I suoi occhi
infiniti.

Più non l’amo, è certo, ma forse l’amo.
E’ così breve l’amore, ed è sì lungo l’oblio.
Perché in notti come questa la tenni tra le mie
braccia,
la mia anima non si rassegna ad averla perduta.
Benché questo sia l’ultimo dolore che lei mi causa
e questi siano gli ultimi versi che io le scrivo.

Pablo Neruda (no Mastella!)

BitLit ha detto...

@l.:l'idea di un PPVPN è bella.
La poesia (vera) di Neruda invece è bellissima.

Dario de Judicibus ha detto...

L'errore in cui è incorso Mastella, è purtroppo caratteristico di una tendenza, quella sì molto preoccupante, che sta diventando sempre più frequente in rete e che segnalai a suo tempo in un articolo sul mio blog. In pratica, la rete sta sostituendosi alla realtà. Due esempi? Se una certa ricerca in Google produce un certo risultato più di altri, allora quel risultato è vero, altrimenti è falso; se un libro è nel catalogo di Amazon, allora è stato pubblicato, altrimenti no.

A chi dovesse interessare, l'articolo è qui:
http://lindipendente.splinder.com/post/16756310/Internet+killed+the+paperback+