mercoledì 24 settembre 2008

Booktrailer Factory, via al concorso


I booktrailer avranno un ruolo di primo piano all'interno dell’edizione 2008 del Trailers FilmFest, la più importante manifestazione europea dedicata ai trailer cinematografici, che si svolgerà a Catania dal 25 al 27 settembre, con la direzione di Stefania Bianchi.

Il Trailers FilmFest, in collaborazione con Marsilio Editori e con la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania, organizza Booktrailer Factory, un grande concorso per la realizzazione di un booktrailer basato sul romanzo Novalis di Giorgio Fontana, che Marsilio pubblicherà a settembre.
Il vincitore, il cui video promuoverà ufficialmente il romanzo, sarà ospite alla VI edizione del Trailers FilmFest e potrà partecipare a un workshop sui booktrailer tenuto da Bonsaininja. Si tratta di un’occasione unica per aspiranti cineasti e videomaker di dimostrare il proprio talento e cimentarsi con un nuovo genere di produzione video che offrirà in futuro sempre maggiori opportunità lavorative.

Inoltre, la rassegna curata da Annarita Briganti e Jacopo De Michelis presenterà una selezione dei migliori booktrailer realizzati negli ultimi anni nel nostro paese. Per la prima volta sarà possibile vedere raccolto il meglio della produzione italiana di booktrailer, che ne testimonia la vitalità e il livello tecnico ed espressivo raggiunto. Dai romanzi di autori affermati come Niccolò Ammaniti, Marco Baliani e i Wu Ming a quelli di emergenti come Paolo Roversi e Simone Sarasso, sono infatti sempre di più i libri per la cui promozione il booktrailer è diventato uno strumento di primaria importanza.

Si tratta di una vera e propria consacrazione per i booktrailer, a cui vengono aperte le porte di un festival cinematografico, e che escono così dalla fase sperimentale e pioneristica per affermarsi compiutamente come una nuova forma di comunicazione ed espressione multimediale.

I 20 video selezionati per la rassegna e i cinque finalisti del concorso sono online sul sito del festival.


fonte Marsilio

domenica 21 settembre 2008

Cappuccetto rosso elettronico e femminista


La Elo, Organizzazione letteratura elettronica, è una no profit americana fondata nel 1999 per promuovere e facilitare la scrittura, l’editoria e la lettura in bit. L’obiettivo è soprattutto quello di aiutare editori e scrittori a far conoscere le loro opere letterarie a livello mondiale. Dallo scorso giugno la Elo riceve candidature per preparare il secondo volume della raccolta di letteratura elettronica. Il primo volume, invece, è già on line sotto la licenza Creative commons. Scegliete pure il lavoro che vi ispira di più semplicemente cliccando sopra le icone grafiche. BitLit vi segnala il racconto interattivo e animato di Donna Leishman, giovane artista britannica che propone un Cappuccetto rosso dei giorni nostri, un po’ sognatrice, un po’ bad girl, un po' digital-femminista.

martedì 9 settembre 2008

Ripeschiamo l’altro Joyce. Quello di Afternoon


Per leggere il primo vero romanzo ipertestuale della storia della letteratura mondiale, ossia Afternoon a story di Michael Joyce scritto nell’87, bisogna armarsi di pazienza: acquistare il Cd rom su Amazon, o meglio direttamente dal sito dell’editore americano Eastgate, e dimenticare che qualche anno fa è esistita una versione italiana del lavoro distribuito da Human System Milano oggi praticamente introvabile.
Afternoon a story riserva ancora molte sorprese nonostante il programma, il mitico Storyspace, sia rimasto uguale a se stesso, dal lancio di ventun anni fa ai giorni nostri.
Tra gli episodi anche un Lolly’s monologue che rimanda al celebre stream of consciousness della signora Bloom, la Molly del suo omologo e forse maestro dell’autore di Afternoon, il grande James Joyce autore dell’Ulisse.
La differenza tra Afternoon e un qualunque altro ipertesto letterario? Fondamentale, essendo il primo del suo genere: quel romanzo ipertestuale, infatti, è forse più radicale degli altri nella sua progettazione e nella sua rappresentazione in bit. Michael Joyce costringe il lettore di Afternoon a muoversi senza poter contare su un eventuale appiglio. Il testo è totalmente circolare e non viene fornita alcuna mappa per orientarsi, fatta eccezione per l’elenco dei paragrafi effettivamente presenti. La storia prende una piega valida sul fronte narrativo a seconda delle scelte del lettore, ma può anche implodere, se non si ritrova il gusto di scavare tra le pieghe della trama non lineare. Gli ingredienti? Le paure, il sesso, le passioni, spalmate tra 539 paragrafi e 951 link. Entrare in Afternoon a colpi di link è come diventare un po’ scrittori. In fondo la storia che ne viene fuori non è mai uguale a quella pensata da Joyce. Ammesso che ne abbia mai pensata una soltanto.

giovedì 4 settembre 2008

E-book e libro di carta? Alleati e non concorrenti


Aldo Manuzio era un stampatore, un editore, un intellettuale e un bibliofilo e il suo ”festina lente” di svetoniana memoria risuona valido ancora oggi. Probabilmente Manuzio sarebbe d’accordo nel leggere in quel suo motto portafortuna un significato più moderno. Pensiamo al web: Internet segna la nascita di una nuova era dove l’esigenza è quella di ricevere informazioni velocemente grazie al digitale e dove l’esortazione che ci arriva dagli studiosi dei media è di trattare l’argomento con prudenza e saggezza.
Sarà forse per questo che in Italia nel 1993 è nato il Progetto Manuzio, che crede fermamente nella possibilità di mettere la cultura a disposizione di tutti. I promotori sono certi che divulgando a costo zero i capolavori della letteratura (dalla Divina Commedia ai Malavoglia), manuali, tesi di laurea, riviste e altri documenti in formato elettronico disponibili sempre, in tutto il mondo, si riesca a rendere un grosso servigio alla cultura. Il Progetto mira anche a rendere fruibile i testi agli ipovedenti ed ai portatori di handicap. Alla base di tutto questo è possibile rintracciare uno spirito di condivisione del sapere, in pieno stile web 2.0. Gli ideatori del progetto Manuzio riconoscono al libro elettronico, e dunque all’ e book, una potenzialità di altissimo livello, non solo per quel che riguarda la diffusione del sapere, il risparmio degli spazi fisici, ma anche per tutte quelle caratteristiche tecnologicamente positive che appartengono al testo digitale. Libro elettronico e libro di carta appaiono dunque alleati e non concorrenti. Ecco il testo dell'appello al mondo della cultura dell'associazione Liber Liber- Progetto Manuzio.

lunedì 1 settembre 2008

Digital Rights Management. Politicamente corretti?



Il bisogno di intervenire “dentro” il testo digitale è forte: si desidera allungarlo, approfondirlo, accorciarlo, cambiarne il titolo, inserirlo in un ragionamento più ampio.
Per motivi identici è necessario salvaguardare i diritti d’autore, ma anche la libertà di accesso ai contenuti digitali da parte dell’utente, la sua privacy, e trovare dunque un punto di equilibrio tra le due parti.
Per questo quando si parla di e-book e testi “creativi” digitalizzati in genere, è d’obbligo tenere in considerazione il problema dei diritti d’autore e dei cosiddetti DRM.
I Digital Rights Management (DRM), il cui significato letterale è gestione dei diritti digitali, sono, stando alla definizione di Wikipedia, “quei sistemi tecnologici mediante i quali i titolari di diritti d'autore (e dei cosiddetti diritti connessi) possono esercitare ed amministrare tali diritti nell'ambiente digitale, grazie alla possibilità di rendere protetti, identificabili e tracciabili tutti gli usi in rete di materiali adeguatamente “marchiati”.
Dei DRM fanno parte tutte quelle misure tecnologiche finalizzate ad incorporare “marchi di copyright” nascosti tra i bit dell’opera (fingerprint ossia l’impronta digitale, watermark, la filigrana digitale), da non confondere con le misure tecnologiche di protezione dell’opera TPM (anti-copia, anticessione, anti fruizione). Questi ultimi però tutelano l’autore tout court senza tenere conto di tutte quelle esigenze di condivisione che fanno parte dell’era digitale e che vedono l’utente fruitore protagonista interattivo molto più che in passato quando era solo ed esclusivamente un lettore. Che pongono, insomma, l’utente al centro.Ecco perché il ruolo dei Digital Rights Management, solo teoricamente neutrale (non sempre i DRM sono trasparenti e qualche volta rappresentano anche una tecnologia spia per le scelte che l’utente opera in rete) , può invece divenire politicamente centrale. E il quesito diventa più serio se in ballo ci sono creazioni digitali che possono spaziare dalla letteratura sul web o nell’ipertesto alle immagini artistiche digitali.

foto da