Avrete certo sentito parlare di scrittura collaborativa. L’idea non è nuova, ma il risultato è sempre stupefacente. Si tratta di mettere insieme idee, progetti e stesure “creative”. Alla fine si dovrebbe ottenere un unico scritto realizzato a più mani, con tutte le conseguenze che potete immaginare: pluralità di stili, di punti di vista, ma anche di storie.
E’ chiaro che il web facilita l’incontro tra scrittori collaborativi. Il testo può essere elaborato a distanza, scambiato tra i vari autori in tempo reale e persino “intessuto” su spazi condivisi di scrittura.
Le distanze spazio temporali vengono azzerate dalle nuove tecnologie. Le presenze virtuali coesistono in aree web, in pc collegati in rete, tramite siti intranet o semplicemente comunicanti grazie ad una semplice mail. Esistono anche appositi programmi per scambiarsi testi o messaggi vocali in tempo reale: pensavate che Skype servisse solo a comunicare con gli amici?
La possibilità di interagire scambiandosi testi con altri utenti fisicamente distanti da noi esiste già dai tempi di Netmeeting, ma oggi abbiamo tutti i presupposti per avviare esperimenti di scrittura collaborativa con pochi mezzi.
Antonio Zoppetti, classe ’65 (qui una breve biografia) è uno dei pionieri dell'editoria elettronica italiana. Il suo Zop è un tipico esempio di blog letterario sperimentale, gestito con l’intelligenza di chi ha capito che la letteratura sul web non deve necessariamente passare dall’ aggiornamento continuo (talvolta forzato) o dalla recensione a tutti i costi.
A proposito di scrittura collaborativa Zoppetti va citato per il suo Librizionario, divertente esperimento di Bookspeople, un’opera “realizzata con il contributo del popolo del web” grazie all’intermediazione di un blog. Se diamo un’occhiata scopriremo che librico è un aggettivo riferito a libri peccaminosi, che la libridazione è un genere letterario d’avventura, che l’enjambamentos è una caramella balsamica adatta alla lettura e così via. Zoppetti è anche uno degli autori di una storia scritta da più blogger in occasione di un festival e ha ricevuto il premio Manzi per l’umaniverso dei bambini che è poi un esperimento che ha coinvolto un centinaio di alunni di una scuola elementare di Milano.
Più collaborativo di così.
E’ chiaro che il web facilita l’incontro tra scrittori collaborativi. Il testo può essere elaborato a distanza, scambiato tra i vari autori in tempo reale e persino “intessuto” su spazi condivisi di scrittura.
Le distanze spazio temporali vengono azzerate dalle nuove tecnologie. Le presenze virtuali coesistono in aree web, in pc collegati in rete, tramite siti intranet o semplicemente comunicanti grazie ad una semplice mail. Esistono anche appositi programmi per scambiarsi testi o messaggi vocali in tempo reale: pensavate che Skype servisse solo a comunicare con gli amici?
La possibilità di interagire scambiandosi testi con altri utenti fisicamente distanti da noi esiste già dai tempi di Netmeeting, ma oggi abbiamo tutti i presupposti per avviare esperimenti di scrittura collaborativa con pochi mezzi.
Antonio Zoppetti, classe ’65 (qui una breve biografia) è uno dei pionieri dell'editoria elettronica italiana. Il suo Zop è un tipico esempio di blog letterario sperimentale, gestito con l’intelligenza di chi ha capito che la letteratura sul web non deve necessariamente passare dall’ aggiornamento continuo (talvolta forzato) o dalla recensione a tutti i costi.
A proposito di scrittura collaborativa Zoppetti va citato per il suo Librizionario, divertente esperimento di Bookspeople, un’opera “realizzata con il contributo del popolo del web” grazie all’intermediazione di un blog. Se diamo un’occhiata scopriremo che librico è un aggettivo riferito a libri peccaminosi, che la libridazione è un genere letterario d’avventura, che l’enjambamentos è una caramella balsamica adatta alla lettura e così via. Zoppetti è anche uno degli autori di una storia scritta da più blogger in occasione di un festival e ha ricevuto il premio Manzi per l’umaniverso dei bambini che è poi un esperimento che ha coinvolto un centinaio di alunni di una scuola elementare di Milano.
Più collaborativo di così.
8 commenti:
grazie di questa segnalazione! :)
zop
Interessante. Ammetto che non credo al testo scritto a più mani ma è anche vero che non è mai letto uno...
Oltre ai link interni a questo post ti consiglio di dare un'occhiata al blog di lauraetlory. l'indirizzo lo trovi nel blogroll qui accanto. Ciao
@ antonio: noi scriviamo sempre a piu' mani, quattro per la precisione.
@ Rosa Maria: non ti ho dimenticata, e' che devo trovare il tempo e non sempre e' facile. Ma l'articolo te lo mando, e' una promessa.
Laura
Ho appena spedito via e-mail. Fammi sapere se va bene.
Laura
O.T. e poi la smetto di riempirti lo spazio: abbiamo quasi finito di montare il booktrailer di New York 1920. Lo vedrai in anteprima assoluta,visto che l'idea ce l'hai data tu.
Felice di esservi stata utile!
scrivere a più mani? va benissimo. Basta essere ambidestri. ;-)
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