giovedì 22 maggio 2008

Il self publishing balla il tango


Avevamo già scritto della possibilità di pubblicare da soli i propri scritti con l'aiuto del web. Recentemente La Repubblica ha avviato il suo nuovo portale del self-publishing: il mio libro.it. Per molti è stato un vero sollievo, un'alternativa ai servizi di matrice straniera che per primi hanno popolato la rete. Qualcun altro grida al sacrilegio.

Intanto, un giornalista di Catania, ottimo professionista e mio amico ha deciso di affidare il suo primo scritto proprio all'autopubblicazione. Qui ci racconta la sua esperienza


di Gianluca Reale


Tango di qua e di là, seduzione a destra e a manca. Spot, mode e trasmissioni televisive. Ovunque il tango fa brodo. Mi sono chiesto, allora, perché non deve fare brodo anche il mio libricino? Tangueria, in fondo l’ho scritto per gioco, scambiando e-mail dopo ogni lezione (di tango) con la mia amica Rosita Nicastro. Ma poi, lima di qua e di là, è venuto fuori questo volume che definire romanzo mi sembra pretenzioso. Però… l’ho fatto leggere, ho ricevuto preziosi consigli e incoraggiamenti lusinghieri da Marco Vespa e dalla mia amica Anna Pavone, da qualcun altro ancora, da qualcuno un po’ di indifferenza. A volte penso sia un argomento per fissati, ma in fondo è lo specchio della nostra umanità, del mondo in cui viviamo. Raccontato attraverso la vicenda di Lupiño Caruso, giornalista di gossip che si ritrova immerso nel mondo tanghero, con il compito di scriverne le “cronache rosa” tra pettegolezzi, contrapposte fazioni e tanta passione per il ballo argentino.
Però, un libro che ti rimane nel cassetto è un bambino che non vuole uscire dal ventre materno. E per uno che si ritrova per caso a fare l’aspirante scrittore (ma va, non prendiamoci troppo sul serio!) è la sofferenza più grande. Allora l’ho messo on line, un po’ per sperimentare un po’ per evitare di incappare ancora nei “grazie, ma non rientra nella nostra linea editoriale”, la risposta semiautomatica (come un’arma da fuoco) che ti colpisce ad ogni approccio con le case editrici, diciamo così, tradizionali. Allora perché non affidarsi al web? In fondo la cosa non stona, nel 2008, l’era delle community, del web 2.0, quello fatto dai contenuti della gente comune (e chi sono io, sennò?). A dirmi de ilmiolibro.it prima di tutto è stata una mia amica giornalista, che mastica di libri e librerie on line e siti di libri. Poi ho visto la martellante pubblicità su Repubblica e non ho resistito. In fondo, non costa nulla e mi sono lasciato vincere dal perverso piacere di vedere una copertina colorata e delle pagine (benché virtuali) accogliere il tuo lavoro, un torbido godimento sognato da chiunque tenga un manoscritto nel cassetto. Facile facile, eccoti il tuo libro. Così è fattibile. Anche perché il libro, almeno una copia, te la puoi fare recapitare a casa. Se non vendi, in fondo, che importa? Potrai dire a tuo figlio: ho fatto un libro.Nessuno ha investito una lira, se a qualcuno il tuo libro piace è tanto di guadagnato. E se devi fare una presentazione, la fai col libro virtuale: inviti, parli, racconti, poi se qualcuno vuol comprare il libro, prego, si accomodino signori, lascino la quota al librario, lui ordina le copie, vi arriveranno direttamente a casa. Potrebbe essere una rivoluzione. Se fosse così semplice… ma anche qui, l’importante è farsi conoscere. E allora, come sempre, la faccenda si complica. Scusate, adesso devo fare un po’ di mailing…

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Il libro di Gianluca è molto carino. Il fatto che io sia sua amica da molti anni non depone a favore della limpidezza del giudizio.Invece io divido sempre l'amicizia dal "lavoro".
Nelle pagine è facile riconoscere l'ironia che lo distingue e chi lo conosce sa quant'è bravo e quanto impegno ci mette in ogni cosa che fa.
In questo caso può contare anche su quello delle persone che lo apprezzano.

Anonimo ha detto...

A giudicare dalla presentazione, sembra la novità editoriale più appassionante dai tempi di "Una frase, un rigo appena" di Manuel Puig. L'avevo detto, tra me e me, che con tutto questo tango Gianluca prima o poi ne avrebbe combinata qualcuna delle sue. Figuriamoci se si limitava a ballare! L.

Anonimo ha detto...

Vorrei fare copia e incolla da Cinzia Z. Mi limito a sottoscrivere il suo messaggio a cui aggiungo una passione manifesta per Gianluca.

Anonimo ha detto...

Meno male che siamo delle vecchie attempate signore!