Non è facile catalogare il mondo dei blogger. Si dice che la maggioranza di coloro che aprono un blog siano in cerca di un canale espressivo libero e autogestito, che si rapportino con altri blogger con codici e comportamenti da casta scanzonata ma mai del tutto autoironica, che siano in cerca di visibilità. Ma c’è anche chi asserisce che siano profeti di un nuovo registro linguistico, che siano più attenti e inclini al dibattito rispetto ai “professionisti dei media”.
Poi c’è il blog letterario.
Ci sono varie definizioni. Sono in molti a pensare che sia solo quello in cui si “fa” letteratura. Dove cioè si pubblicano testi brevi inediti o anticipazioni di romanzi, o pezzi di romanzo. O dove si sperimenta con la scrittura, come in un laboratorio aperto al pubblico ventiquattr’ore su ventiquattro.
O dove si parla di letteratura tout court, osservando cioè i tic del mercato editoriale o proponendo recensioni, magari di testi di nicchia. O ancora, come potrebbe essere (ma uso il condizionale) nel caso di BitLit, dove si osserva il mondo dei libri e della scrittura su Internet.
Pure i blog degli scrittori, affermati o esordienti, sono difficili da etichettare. C'è chi li utilizza per parlare dei propri libri o delle esperienze parallele legate al processo di scrittura, e c'è chi invece li gestisce come blog "generalisti": lanciando input, proponendo dibattiti, innescando riflessioni che magari poco o nulla hanno a che vedere con la letteratura. Ma che rendono benissimo l'identità dello scrittore.
Di blog letterari o presunti tali, da circa due anni ne osservo una decina – molto diversi tra loro- con un’attenzione che ha oramai raggiunto la maniacalità. Ne studio contenuti, frequenza di aggiornamento, azioni e reazioni della community che si costruiscono nel tempo. Community in cui spesso mi immergo anch’io.
Qualcuno, nel frattempo, ha anche chiuso.
E sono giunta alla conclusione che non si finisce mai di coglierne differenze, atipicità, dinamiche originali o deja vu, grandezze e - ma solo qualche volta- piccole miserie.
Poi c’è il blog letterario.
Ci sono varie definizioni. Sono in molti a pensare che sia solo quello in cui si “fa” letteratura. Dove cioè si pubblicano testi brevi inediti o anticipazioni di romanzi, o pezzi di romanzo. O dove si sperimenta con la scrittura, come in un laboratorio aperto al pubblico ventiquattr’ore su ventiquattro.
O dove si parla di letteratura tout court, osservando cioè i tic del mercato editoriale o proponendo recensioni, magari di testi di nicchia. O ancora, come potrebbe essere (ma uso il condizionale) nel caso di BitLit, dove si osserva il mondo dei libri e della scrittura su Internet.
Pure i blog degli scrittori, affermati o esordienti, sono difficili da etichettare. C'è chi li utilizza per parlare dei propri libri o delle esperienze parallele legate al processo di scrittura, e c'è chi invece li gestisce come blog "generalisti": lanciando input, proponendo dibattiti, innescando riflessioni che magari poco o nulla hanno a che vedere con la letteratura. Ma che rendono benissimo l'identità dello scrittore.
Di blog letterari o presunti tali, da circa due anni ne osservo una decina – molto diversi tra loro- con un’attenzione che ha oramai raggiunto la maniacalità. Ne studio contenuti, frequenza di aggiornamento, azioni e reazioni della community che si costruiscono nel tempo. Community in cui spesso mi immergo anch’io.
Qualcuno, nel frattempo, ha anche chiuso.
E sono giunta alla conclusione che non si finisce mai di coglierne differenze, atipicità, dinamiche originali o deja vu, grandezze e - ma solo qualche volta- piccole miserie.
Da oggi su BitLit parte un piccolo viaggio alla scoperta di queste realtà. Senza la pretesa di voler essere esaustivo.
14 commenti:
Una piccola realtà è senz'altro il nostro blog, Lauraetlory. Lo abbiamo aperto all'indomani della pubblicazione del nostro romanzo New York 1920 - il primo attentato a Wall Street con lo scopo, assolutamente dichiarato, di dare visibilità al nostro lavoro (infatti solo grazie al blog siamo riuscite ad interessare il responsabile della cultura del Corriere della Sera che ci ha dedicato una recensione). Non avevamo in mente un blog letterario nel senso stretto, posto che ne esista uno, del termine. Cioè, non siamo due critiche né pretendiamo di esserlo. Siamo due scrittrici (questo titolo si, ce lo arroghiamo volentieri) con molte curiosità e una grande voglia di condividere pensieri e sensazioni con persone simili a noi. Perché vedi, all'inizio di questa avventura in rete, noi non avevamo mai avuto alcun tipo di contatto con altri scrittori e questa carenza ci pesava perché non c'è niente di peggio dell'isolamento da un contesto che senti dovrebbe appartenerti. Grazie al blog abbiamo conosciuto tantissimi scrittori, noti e meno noti, e lo scambio con loro è diventato fondamentale per capire. Non tanto e non solo il mercato editoriale, quanto i meccanismi della creazione, le regole dell'editing, le difficoltà, le pressioni del mercato che ti chiedere un prodotto, quando invece tu proponi un parto del tuo ingegno. Abbiamo incontrato tantissimi talenti misconosciuti o comunque poco supportati: Remo Bassini, Roberto Tossani, Barbara Gozzi, Serena Basetti, Silvia Leonardi, Marco Salvador (uno dei pochi veramente famosi), Antonio Pagliaro, Matteo Gambaro, Cinzia Pierangelini, Sabrina Campolongo, Milvia Comastri, Cristina Bove, Renzo Montagnoli (gli ultimi due sono poeti), Pasquale Esposito, Enrico Gregori. Il blog ci ha aperto un mondo pieno di stimoli. Venerdì abbiamo partecipato alla presentazione del romanzo Il sangue degli altri di Antonio Pagliaro. Eravamo quasi tutti bloggers e abbiamo parlato di libri, certo, ma anche di politica, dei problemi di questa società, del Papa all'università, della moratoria sull'aborto, della guerra in Cecenia. Tutto questo per dire che non condividiamo assolutamente l'atteggiamento di chi snobba lo strumento blog come puro esercizio di egocentrismo. Il blog è una porta, una voce in più, uno spazio dove mettere nero su bianco quelle riflessioni che spesso emergono nei più pensosi di noi dall'osservazione della realtà che ci circonda. E scoprire che ci sono altri che condividono quelle idee e quelle riflessioni, ci aiuta a sentirci meno sole e ad avere delle conferme. Si, questo delle conferme è un punto importantissimo per chi scrive. Possiamo avere grande fiducia nella nostra scrittura, ma avere l'ok di un lettore che non ti conosce, non ti ha mai visto in faccia e non ha nessun legame affettivo con te, è un'iniezione di fiducia. E tutti sappiamo quanto ce ne sia bisogno quando si affronta il mare magnum dell'editoria italiana.
Laura e Lory
"non si finisce mai di coglierne differenze, atipicità, dinamiche originali o deja vu, grandezze e - ma solo qualche volta- piccole miserie".
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Hai proprio ragione Rosa Maria!
Credo che il "fenomeno" sia ancora in piena evoluzione. Dunque, occorre navigare a vista :)
Grazie per la tua partecipazione a Letteratitudine
Massimo Maugeri
http://letteratitudine.blog.kataweb.it/
@laura et lory: Non ci sono definizioni valide tout court, dunque. Un blog è un luogo d'incontro e di crescita; un blog letterario è... la stessa cosa, indipendentemente dai racconti o dalle disquisizioni sulla letteratura!
Grazie della vostra testimonianza ragazze.
@massimo: "navigare a vista"! E chi meglio di te può farlo? Hai un blog che è un oceano di ottimi spunti!!
Cara Rosa Maria,
anch’io mi interesso di blog letterari e ti posso dire che la divisione che proponi - 1) spazi pubblicitari per i propri libri 2) diari in pubblico generalisti - mi sembra valida. Più che categorie, sono due tendenze che convivono a volte nel medesimo blog. Se posso dare un giudizio personale, i blog ridotti a meri spazi pubblicitari mi risultano fastidiosissimi; spesso sono una prova dell’egolatria e dell’ignoranza dei rispettivi scrittori. In ogni modo, il mio blog (Trappola per topi) è semplicemente la pars construens di un articolo scritto su «Lingua italiana d’oggi» nel 2005 ( Blog: la lingua che uccide) del quale se vuoi ti spedisco l’estratto. Alla fine dell’articolo (molto meno parziale di quanto il titolo suggerisca), esprimevo il disagio per la verbosità infinita che affligge in generale i blog. In Trappola per topi, propongo la medicina di una scrittura breve e sorvegliatissima, per limitare l’espansione della blogosfera.
Salve Rosa Maria,
la redazione de (il)Crise partecipa volentieri a questa ricognizione. Ringraziandoti, ti auguriamo tanto buon lavoro.
Il dibattito potrebbe essere condotto su più fronti. Io penso questo: la "bitletteratura" esiste eccome, ed è fatta di letteratura sui nuovi media e i blog letterari possono allargarsi un po' e parlare, come stai facendo tu, di tutto: editoria, mercato, dibattito, esperienze, narrativa promossa on line o che si trasferisce sulla carta ecc ecc
Bene, continuerò a seguirti!
anch'io leggo alcuni blog letterari, non ne leggo quasi mai i commenti però, soprattutto se sono numerosi. C'è una grande cura nello scrivere un post e molta fretta nel lasciare un commento (non sempre ma spesso), fretta che si traduce nel ripetere sotto un bel post: sono d'accordo, è vero e via così. Io se diventassi un
blog letterario famoso scriverei nelle faq: sono brava, lo so, scrivetemelo pure, ma una volta sola e poi non lo fate più :-)
@cano: la tua analisi è molto lucida; anch'io la penso esattamente così. Quando leggerò il tuo saggio torneremo sull'argomento.
@ilCrise: grazie redazione, vi ho dato un'occhiata (www.ilcrise.com) e mi siete piaciuti molto. Pensiamo a qualcosa da fare insieme, se vi va. Da stasera verrò a trovarvi regolarmente e vi anticipo che parlerò presto delle riviste letterarie on line.
@Vale: grazie cara.
@alessandra: capisco, anche se a me piace molto inventarmi nickname e zampettare dovunque, anche con molta assiduità. Ti verrò a trovare molto presto. Ciao
Salve Rosa Maria, bel blog.
Potrebbe contattarmi all'indirizzo info@historicaweb.com per una proposta di collaborazione?
saluti
Francesco Giubilei
http://caffestorico.splinder.com
Antonio Pedalino:
Io però non sarei così fiscale. Un autore/blogger è come tutti gli altri. Prendiamo il sito di Matteo Bianchi che tu giustamente inserisci tra i tuoi link. Bianchi parla di libri ( sono la sua passione) ma anche di aspetti della sua vita, scrivendo senza dubbio un suo piccolo diario on line. Mi pare che la definizione di blog letterario sia un po' difficile proprio perchè un po' stretta.
A Pedalino: però resta il fatto che se un blog parla solo di letteratura, sotto qualunque forma, è un blog letterario. O no?
Trovo che il blog sia una vera piazza virtuale. C'è la discussione da caffè, c'è lo struscio, c'è la chiacchiera a braccetto, c'è il pettegolezzo, c'è il manipolo di professori in pensione che discettano , c'è il banchetto di mercanzia, c'è da imparare e c'è da schivare. C'è comunque la libera circolazione delle parole. E le parole pubbliche sono molliche che, tutte insieme, fanno pane.
Io cerco di tenere una linea editoriale in modo rigoroso: un po' di letteratura, un po' di cazzeggio, un po' di fatti degli altri, un po' di fatti miei. Sono un sostenitore della leggerezza e della rapidità calviniane.
@francesco giubilei: grazie della proposta. Aderisco!
@pedalino: e io aggiungerei: non aspettiamoci dai blog degli scrittori solo "vetrina" e letteratura, hanno tutto il diritto di scrivere altro.
@francesco: i blog che parlano "solo" di letteratura magari ambiscono ad essere delle riviste. O no?
@gerypa: sottoscrivo. Anche se un pizzico di dibattito in più sulla letteratura (o sulla scrittura) non guasta mai. Pure sotto il segno della leggerezza (beato chi la trova).
@tutti: Non vorrei sembrare contraddittoria. Vedo che una definizione precisa è davvero difficile.
Rosa Maria,
quando vuoi! cosa proponi?
Abbiamo osservato attentamente l'idea di fondo del tuo lavoro. Una commistione di intenti e modalità è molto gradita.
ancora buon lavoro!
...
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