"Io sono un professionista serio. Ultimamente non sto molto bene".
Duchesne è il nick di un avvocato trentenne. Un avvocato vero, in carne ed ossa. Ma è anche uno che con i blog e la scrittura se la cava, tanto che il suo Studio illegale, creato con Splinder, è diventato un libro. A puntare su di lui è la Marsilio che lo annuncia come “un travolgente romanzo satirico sul mondo degli avvocati, a cavallo tra Il diavolo veste Prada e Camera Café”. Il libro uscirà a febbraio, ma da una prima occhiata al blog è facile dedurre come sarà.
Duchesne è il nick di un avvocato trentenne. Un avvocato vero, in carne ed ossa. Ma è anche uno che con i blog e la scrittura se la cava, tanto che il suo Studio illegale, creato con Splinder, è diventato un libro. A puntare su di lui è la Marsilio che lo annuncia come “un travolgente romanzo satirico sul mondo degli avvocati, a cavallo tra Il diavolo veste Prada e Camera Café”. Il libro uscirà a febbraio, ma da una prima occhiata al blog è facile dedurre come sarà.
Il primo post risale al 20 aprile 2007 e in poche righe, sferzanti, Duchesne annuncia i suoi propositi:
Avete mai sentito parlare di Bonelli Erede Pappalardo, Clifford Chance, Freshfields, Gianni Origoni Grippo, Chiomenti, etc.? Sono studi legali (“law firm”) di consistenti dimensioni, che assistono banche e imprese nelle più ricche transazioni (“deal”). A farne parte sono centinaia di professionisti, dai 23/24 anni in su, laureati con ottimi voti, buone competenze linguistiche e una discreta dose di ambizione e volontà.I moderni schiavi.
Avete mai sentito parlare di Bonelli Erede Pappalardo, Clifford Chance, Freshfields, Gianni Origoni Grippo, Chiomenti, etc.? Sono studi legali (“law firm”) di consistenti dimensioni, che assistono banche e imprese nelle più ricche transazioni (“deal”). A farne parte sono centinaia di professionisti, dai 23/24 anni in su, laureati con ottimi voti, buone competenze linguistiche e una discreta dose di ambizione e volontà.I moderni schiavi.
Tra mini sketch d’ufficio, impietosi ritratti di lividi colleghi e ignari praticanti, sadismo in gessato, e una ironia di alta qualità, Duchesse si fa beffa di un mondo che conosce a menadito. E, soprattutto, è riuscito a superare l’ultima (buona) causa: quella di passare dal Web alla carta. Che è ancora una promozione quando si parla di scrittura.
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